“La mia meta non è essere migliore di qualcun altro, ma migliore di ciò che ero ieri…” di Wayne W. Dyer

di Massimo Franchi

Il tema centrale è spingere le imprese PMI ad implementare, ed allargare se già presenti, modelli di Governance attraverso un approccio che pur partendo dalle piccole dimensioni dell’azienda sia non solo verticale, ma anche orizzontale, tramite una comunicazione delle informazioni rivolta agli utenti interni dell’organizzazione ed a quelli esterni.

Far ragionare la PMI sulla responsabilità sociale d’impresa potrebbe essere un obiettivo utopistico, ma occorre considerare che la CSR, Corporate Social Responsibility, si compone;

  • della responsabilità economica (che comprende le attività originate dall’accadimento economico-finanziario);
  • della responsabilità ambientale (che evidenzia il grado di capacità aziendale nel governo di variabili e dell’impatto ambientale dell’attività);
  • della responsabilità sociale (che comprende le azioni dell’impresa verso le persone e la comunità, il tutto inteso in senso ampio, conosciuta come Stakeholder).

Il mix di questi tre elementi genera la responsabilità sociale d’impresa.

Molte aziende, soprattutto quelle a capitale pubblico e di grandi dimensioni, realizzano da anni il bilancio sociale o il bilancio di sostenibilità (che è più ampio ed include l’aspetto ambientale). Molto spesso si tratta di documenti di centinaia di pagine letti da poche persone.

La vera sfida che propongo sta invece nel fare utilizzare questi strumenti, senza però creare inutile burocrazia, alla PMI italiana caratterizzata dalle seguenti caratteristiche:

  • controllo familiare;
  • management familiare;
  • assenza di manager intermedi e di delega per responsabilità;
  • numero di dipendenti medio tra i 30 e i 150;
  • tendenza a non comunicare la vita aziendale all’esterno;
  • necessità di internazionalizzazione;
  • necessità di strumenti di Governance.

In tempo di crisi, molti indicano nella responsabilità sociale d’impresa un freno che distoglie l’azienda dall’attività caratteristica e dal quotidiano. Pare che la CSR sia un tema dedicato solo alle imprese con bilanci in utile, di grandi dimensioni che vogliono dare lustro alla loro immagine: una sorta di vestito della festa da acquistare solo quando il guardaroba è già pieno di tutti gli altri abiti.

In realtà, ritengo che in Italia le PMI abbiano un ruolo fondamentale, dal punto di vista sociale, nel territorio dove sono ubicate ed operano. Una maggiore considerazione del loro contributo al benessere collettivo, dovuto principalmente alla maggioranza numerica di imprese presenti in questo segmento sul totale italiano, dovrebbe consentire all’imprenditore di comprendere, e far capire all’esterno, il ruolo strategico della propria impresa nel territorio specifico.

Non si tratta di realizzare documenti composti da centinaia di pagine che nessuno probabilmente leggerà, ma di spostare l’attenzione dell’impresa non solo sugli aspetti economici che seppur fondamentali non rendono giustizia del suo contributo complessivo allo sviluppo sociale.