
Comunicato stampa
6 maggio 2021. Si è concluso, con l’ultimo seminario dedicato a “Caucaso e Asia Centrale”, la Winter School di Geopolitica, in onda su Stroncature, diretta da Massimo Franchi e con la docenza straordinaria del Gen. C.d.A. Marco Bertolini. La Winter School, nata come evento volontario e gratuito, ha visto il patrocinio della Società Italiana di Intelligence (con sede presso l’Università della Calabria) e dell’Istituto Superiore Pacinotti-Belmesseri (MS). I seminari, seguiti in modalità digitale da migliaia di persone provenienti da tutta Italia ed anche dall’estero, sono iniziati nel mese di gennaio 2021 ed hanno toccato i seguenti argomenti: “Nuovi equilibri nel Mediterraneo”, “Focus Libia”, il “Vicino Oriente” e “Caucaso e Asia Centrale”.
L’obiettivo della Winter School è stato fornire ai partecipanti strumenti e chiavi di lettura originali per comprendere la complessità dei temi Geopolitici, attraverso una visione “italiana” per la quale l’Italia non è solo il Sud dell’Europa o il Fianco Sud della Nato, ma il centro di un’area Mediterranea molto vasta, attorno alla quale gravitano un miliardo di persone di cui 460 milioni popolano la zona MENA “Medio Oriente e Nord Africa”.
In relazione al seminario “Caucaso e Asia Centrale”, Massimo Franchi ha ricordato che questa ricchissima area è da sempre terreno del “Grande Gioco” o del “Nuovo Grande Gioco” nel quale le grandi potenze, prima Russia e Regno Unito, oggi Russia, Stati Uniti e Cina, si scontrano per obiettivi geopolitici e strategici.
Dopo una prima parte introduttiva, dedicata agli aspetti storici e geografici dell’area, il Generale Bertolini è entrato nel dettaglio del teatro Afghano, da lui ben conosciuto per l’esperienza diretta sul campo, spiegando i vent’anni di operazioni delle Forze Armate italiane e rimarcando il costante tentativo della Russia di avanzare alla ricerca di uno sbocco verso il Mediterraneo. Per il Generale, “la Russia, sotto la guida diretta e indiretta di Vladimir Putin, ha di fatto riportato sotto il suo controllo la Cecenia attraverso una guerra durata dal 1999 fino al 2009, l’Abkhazia e l’Ossezia del Sud, nel 2008, ed ha appoggiato l’indipendenza della Crimea nel 2014”. Secondo l’alto Ufficiale, già Capo di Stato Maggiore del Comando ISAF in Afghanistan e primo italiano a ricoprire questo ruolo, “la presenza degli Stati Uniti in Afghanistan è stata semplicemente una scelta strategica per impedire alla Russia l’accesso ai mari caldi, sicuramente non per missioni umanitarie”.
Parlando dell’impegno italiano in Afghanistan, il Generale Bertolini ha ricordato come : “inizialmente il contingente sia stato stanziato a Kabul per garantirne la sicurezza subito dopo la liberazione; nel 2003, in missione operativa, è stato assegnato all’Italia il compito di combattere i Talebani nella zona di Khwost, dove Bin Laden aveva una delle sue roccaforti; dal 2006, invece, all’Italia è stato assegnato il controllo di circa un quarto dell’Afghanistan, la zona occidentale con capitale Herat, quartier generale del ministro dell’acqua e dell’energia Ismail Khan”.
Per Bertolini, in relazione al ripiegamento delle truppe USA e Nato dall’Afghanistan, “il tentativo di esportare la democrazia di tipo occidentale non è riuscito, anche se non significa che l’operazione sia fallita e che il ritiro sia totale”. Resta per le Forze Armate italiane, l’importantebagaglio d’esperienza maturatoche ha consentito di mettere a punto capacità e tecniche operative integrate con le Forze Armate alleate. In particolare, la collaborazione ha visto, ad esempio, un miglioramento nella “capacità di sfruttare il fuoco aereo difensivo, anche da velivoli di contingenti di altre nazioni, nonché il perfezionamento del trasporto tattico e l’aviolancio di rifornimenti, indispensabile in zone ad alto pericolo di atterraggio”.
Il Generale Bertolini, ha poi proseguito ricordando il costo in termini di vite umane delle operazioni inAfghanistan per le quali si contano 53 militari italiani deceduti e centinaia di feriti, alcuni dei quali oggi Grandi Invalidi. Per il Generale, profondo conoscitore della regione, dopo tanto sacrificio che non deve essere dimenticato, “si avvicina un momento di cambiamento nel quale dovrà essere trovato un equilibrio tra i due nuovi interlocutori, uno dei quali, i Talebani, è stato considerato fino ad oggi non credibile dal governo Afghano”. Dal suo punto di vista, “l’Afghanistan non sarà abbandonato. Usciranno dal paese i contingenti militari di terra e la presenza militare americana si ridimensionerà, anche se gli USA manterranno l’ambasciata a Kabul, basi molto grandi nel paese ed una presenza diplomatica e commerciale importante, oltre al controllo aereo”.
Nel dibattito finale, rispondendo alle numerose domande dei partecipanti, molti dei quali giovani studenti, il Gen. Bertolini ha rimarcato come l’Europa, ma soprattutto l’Italia, potrebbe rivestire un ruolo centrale negli equilibri geo-strategici futuri, soprattutto grazie alla sua naturale posizione geografica che la colloca al centro dell’area mediterranea. Per il Generale, “Se l’Europa esistesse veramente come realtà politica e statale potrebbe fare tantissime cose e porsi come interlocutore sia nei confronti della Russia che degli USA. Forse e in parte l’Europa lo sta facendo, vista la forma di aggressività di Biden nei confronti della Russia non condivisa pienamente dagli europei“.
In conclusione, il Generale Bertolini, ha toccato il tema dei migranti e dell’Unione Europea. Infatti, sulla base di quanto sta avvenendo in Germania, paese nel quale il Ministro della Difesa, Kramp-Karrenbauer, ha comunicato di essere pronta a proteggere fino ad un massimo di 520 interpreti afghani per i servizi resi, comprese le loro famiglie, il Generale Bertolini ha affermato: “arrivano in Italia tutti i giorni migranti con i gommoni senza alcun controllo e con lo status di profughi dall’Africa del nord; sarebbe assurdo non ammettere sul nostro territorio gli afghani che hanno aiutato i nostri militari in Afghanistan e che potrebbero continuare a farlo in Italia, come nell’anti-terrorismo, conoscendo lingua, usanze e tradizioni”. Parlando del ruolo strategico dell’Europa, in un momento di forte pressione internazionale,il Gen. Bertolini ha ribadito come: “l’Europa non potrà svolgere un ruolo così importante fino a quando non sarà un continente unito nei valori fondamentali e nelle politiche fondamentali, come la politica estera”.
La I Winter School di Geopolitica, è stata dedicata da Massimo Franchi a “tutti i militari italiani caduti nelle missioni estere, verso i quali abbiamo un enorme debito di riconoscenza e che non dobbiamo dimenticare”.
Chi è Marco Bertolini:
Marco Bertolini è un Generale di Corpo d’Armata italiano, oggi presidente dell’Associazione Nazionale Paracadutisti. Incursore paracadutista, il Generale Bertolini è stato: Comandante del 9° Reggimento d’Assalto paracadutisti “Col Moschin”, Comandante del Centro Addestramento Paracadutismo della Brigata paracadutisti Folgore, Comandante della Brigata Paracadutisti “Folgore”, Comandante del Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (COFS), Comandante del Comando Operativo di vertice Interforze (COI). Nelle operazioni fuori area si segnalano, tra gli altri, i seguenti incarichi: in Libano, Comandante della compagnia incursori alle dirette dipendenze del Gen. Angioni, in Somalia, Comandante del 9° Battaglione d’Assalto paracadutisti “Col Moschin”, in Bosnia, Capo di Stato Maggiore della Brigata Multinazionale Nord in Sarajevo, in Macedonia, Capo di Stato Maggiore dell’Extraction Force, in Afghanistan, Comandante del Contingente italiano (operazione “Enduring Freedom” e “ISAF”) e Capo di Stato Maggiore del Comando ISAF.