21 gennaio 2021. “L’Italia ha una posizione strategica centrale tra il Mediterraneo e l’Europa”. Lo ha detto il generale di Corpo d’Armata ed ex comandante del Comando operativo di vertice interforze (Coi), Marco Bertolini, nel corso del suo intervento al I seminario “Nuovi equilibri nel Mediterraneo” nell’ambito della Winter School di Geopolitica organizzata da Stroncature e diretta da Massimo Franchi, con il patrocinio di SOCINT (Società Italiana di Intelligence) e dell’Istituto Superiore Pacinotti-Belmesseri.
“L’Italia, di norma si limita a considerare se stessa il confine meridionale dell’Europa, dando quindi per scontato che il centro si trovi piu’ a nord, lontano dai nostri mari. Invece, il Mediterraneo e l’Europa fanno parte di un unicum, che include anche le coste nord africane e il Medio Oriente, del quale l’Italia rappresenta il centro. E il Mediterraneo continua ad essere centrale negli equilibri globali, visto che in esso continuano a fronteggiarsi i protagonisti della politica mondiale dell’ultimo secolo”, ha detto il generale.
“Spesso – ha evidenziato – quindi, l’Italia tratta il Mediterraneo come se non gli appartenesse, lasciandosi anche prendere dalla tentazione di elargire lezioni di “democrazia” ai paesi rivieraschi del nord Africa come nel caso dell’Egitto”. Secondo Bertolini, “con la fine del mondo bipolare e con la caduta della Cortina di Ferro nel 1989, la situazione nell’area euro mediterranea si era complicata. Alla crisi del Patto di Varsavia, infatti, ha corrisposto negli anni ’90 del secolo scorso un grande attivismo in campo Nato che un po’ per volta si e’ allargata verso est, avvicinandosi ai confini russi”. Quest’avvicinamento, ha rimarcato, “dopo avere fatto confluire nell’Alleanza Atlantica paesi del Centro Europa come Polonia Repubblica Ceka e Ungheria, si e’ esteso ai Paesi Baltici e a Romania e Bulgaria all’inizio del millennio, riducendo lo spazio di manovra della Russia nel Baltico e nel Mar Nero. Soprattutto nel Mar Nero, la Russia rischiava di venire esclusa dalle sue basi militari in Crimea. In sostanza, la Nato passava da un atteggiamento ‘difensivo’ ad un atteggiamento piu’ proattivo, anche grazie alle operazioni di pace che l’hanno investita del ruolo di esportatrice della democrazia soprattutto in Medio Oriente e in Asia Centrale, sostituendosi in Afghanistan alla presenza russa del decennio precedente”.
Per quanto attiene all’Italia, ha sottolineato il generale, “probabilmente il cambio alla guida negli Usa non provochera’ cambiamenti importanti in politica estera e il timore e’ che la stessa si ostini in un approccio minimalista che ne vanifichi il vantaggio di una posizione invidiabile. Questo vantaggio non e’ stato sfruttato in Libia, dando alla Turchia la possibilita’ di realizzare spazi di manovra a spese nostre, e ci rende passivi di fronte ad un Mare Nostrum in cerca di nuovi riferimenti”. Inoltre, ha proseguito Bertolini, “alla crisi dell’Italia influisce anche il nuovo corso vaticano: la Santa Sede, infatti, ha sempre rappresentato per l’Italia un’autorita’ di ultima istanza per la rilevanza del cattolicesimo per la nostra identita’ nazionale. Il Papa, insomma, ha sempre avuto voce in capitolo in relazione ai suoi ‘figli prediletti’ che hanno potuto subire un alternarsi frenetico di governi del paese senza troppi scombussolamenti”.
Rispetto alla crisi del coronavirus, il generale ha rilevato come si tratti di una “ulteriore complicazione di una situazione gia’ complessa. E, pur senza dare ascolto alle voci che ne accreditano la natura di arma appositamente creata ed utilizzata contro l’Occidente, resta il fatto che i suoi effetti sulle nostre economie e sulle nostre stesse tenute sociali dimostrano la temibilita’ degli aggressivi biologici, nonche’ l’insidiosita’ degli stessi che non richiedono dichiarazioni di guerra ne’ palesi dimostrazioni di ostilita’ per essere usati”. “Proprio per questo – ha concluso – il ruolo delle Forze Armate per fronteggiarli viene esaltato dalla loro attitudine a pianificare eventi complessi, nei quali la necessita’ di utilizzare risorse diverse in contesti non prevedibili e’ analogo a quelle situazioni che i militari si preparano ad affrontare in guerra”.